Diplomazia Religiosa






Referente della Diplomazia Religiosa
Prof. Martin Nkafu


Una Diplomazia Religiosa per la comprensione dell'identità dei popoli

... avviare un percorso di pace universale attraverso la comprensione delle religioni ...



"God can not fit in one religion"








Qual è Il ruolo delle religioni nei processi di pace ?

Ogni popolo ha un credo religioso.

L'identità del patrimonio culturale di ogni popolo è costituita anche (e in larga parte) da una componente religiosa.

La riflessione sul dialogo interreligioso ha conosciuto un progressivo ampliamento negli anni.

Dunque, ecco la domanda: la religione è, o non è, (o potrebbe essere) uno strumento di pace ?

Contro una guerra di violenza, orrore e morte, bisogna contrapporre una forza (non violenta) dirompente di comprensione, rispetto e dialogo per superare le barriere dell'ottusità, e consolidare le rappresentanze democraticamente scelte e promuovere l'autodeterminazione dei popoli.

Il 27 ottobre del 1986, il Papa Giovanni Paolo II riunì, per la prima volta, rappresentanti delle religioni mondiali per chiedere la fine dei conflitti nella città di San Francesco (Spirito di Assisi).
Rappresentò una breve tregua universale, mentre si levava la preghiera interreligiosa per invocare la pace.

Dinanzi a un presente tanto inquietante, al proliferare di conflitti in tante parti del mondo, a una guerra che di nuovo insanguina l’Europa, si sarebbe indotti a pensare che l’umanità non sia in grado di imparare dai propri errori, che si sia smarrita quella memoria collettiva che dovrebbe guidare e dovrebbe impedire di commettere gli stessi tragici errori del passato.

La sfida è sempre la stessa: realizzare con perseveranza percorsi di pace, attraverso un impegno collettivo della comunità internazionale che valorizzi il dialogo, i negoziati, il ricorso alla diplomazia in luogo delle armi.
Si tratta di un lavoro faticoso, che richiede cura e opera paziente, perché la pace è tale soltanto se porta con sé l’antidoto contro l’insorgere di nuove guerre, se è sostenibile nel tempo e se è ampiamente condivisa.
È un patrimonio che in Europa abbiamo dato per scontato e di cui oggi, invece, ci viene drammaticamente ricordata la fragilità.

Bisogna fornire una maggior comprensione del ruolo delle religioni sul sistema internazionale e il loro impatto nelle zone di tensione nel mondo.

Soltanto attraverso la promozione nel tessuto sociale di ogni democrazia, della tolleranza, della pacifica coesistenza e della comprensione reciproca, possono essere ridutti gli ostacoli e le minacce alla sicurezza dei rapporti tra i popoli nel mondo.

Risulta, estremamente necessario, trovare una chiave di rilettura del processo di pace tra i popoli, considerato che tutte le azioni avviate sino ad oggi risultano privo di efficacia.

Dopo un tempo di fiducia irrazionale nel progresso e nelle capacità umane, una parte della società sta entrando in una fase di maggiore consapevolezza.
Si avverte una crescente sensibilità riguardo all’ambiente, alla cura della natura, e matura una sincera e dolorosa preoccupazione per ciò che sta accadendo al nostro pianeta.
Esiste anche una preoccupazione che nasce dall'anima dell'uomo che denota un "gap", un vuoto che rappresenta un luogo ideale dove si possono annidare le paure, le fobie, l'inquietudine e l'incertezza causando un disorientamento totale in questi momenti di difficile comprensione.

Esiste ormai un livello di sofferenza personale latente che cresce ogni giorno in maniera incrementale, sconvolgendo le nostre abitudini quotidiane.
Non possiamo capire da soli una società così complessa ed articolata.
Esiste anche un'assenza d’interessi di natura politica, economica e sociale, da parte dei cittadini, che rappresenta una vera debolezza e minaccia per una forte democrazia moderna.

Bisogna allontanarsi da ogni individualismo e egoismo, per edificare nuovamente i pilastri di una nuova società come la pace, la giustizia, la verità e la fratellanza.

Quali modalità di opposizione nei confronti dei nemici della pace ?

La guerra genera odio.
Un odio che non si estingue nemmeno attraverso il succedersi delle generazioni e che potenzialmente produrrà altre guerre e quindi altro odio.

Si può dire, purtroppo, che dal 10 dicembre 1948 la Dichiarazione universale dei diritti umani è stata costantemente violata.
Ma sono stati violati, nel corso dei decenni, anche molti altri accordi e trattati.

Una necessità urgente che nasce dalla consapevolezza che :
1) Il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali;
2) La fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana;
3) L'obbligo di cooperare al fine del mantenimento della pace e della prevenzione delle minacce alla pace;
4) Il contrasto alle diseguaglianze e alla povertà sono valori fondanti dell’ordinamento costituzionale italiano, dell’ordinamento internazionale, di quello dell’Unione Europea e dei diversi accordi di cooperazione internazionale dei quali l’Italia è parte.

L' Accademia Mediterranea della Diplomazia Culturale è il luogo ideale per elaborare e lanciare iniziative basate sulla diplomazia religiosa, considerando la varietà e la qualità delle competenze presenti.

Il Presidente
Dott. Giuseppe Caristena
Accademia Mediterranea
della Diplomazia Culturale


Per info:
Segreteria Organizzativa
Mobile: +39 349 1456195
Email: info@saloneuropa.it



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